Ferrari Challenge, un applauso a Motorsport Racing

Una stagione bellissima con un retrogusto amaro. Motorsport Racing ha disputato un grande Ferrari Challenge, Gianniberti è stato fino a Budapest il numero uno nel Trofeo Pirelli. Ma forza, passione e la grande competenza del team non sono bastate: tutto è iniziato ad andare male da quell’entrata drammaticamente fuori misura con cui il grande Marti ha centrato il nostro pilota, neanche si dovesse immolare. Da quella gara ci siamo portati noie d’ogni genere e qualche oscura penalizzazione di troppo che puzza di marcio, a giudicare dal modo non troppo velato con cui certi speaker ufficiali ripetono geometricamente il nome di talune (ahimè) scuderie. Passiamo oltre. Quello di Nicola Pedretti è un grande team. Arrivare secondi per una scuderia così piccola è un’impresa da lasciare senza fiato, soprattutto se si è lottato fino alla fine per il posto più ambito. Ma la cosa che fa più arrabbiare è che il secondo posto sembra non essere dipeso da noi, o meglio, poco da noi, molto da manovre tipo caccia militare di altri piloti e da oscure decisioni dei commisari di gara. Resta la storia di quest’anno. Un piccolo team che combatte contro i colossi, che gli mette la testa davanti e ci resta per gran parte della stagione. Grande Pedretti, grande Gianniberti, grande il team composto dai meccanici mai stanchi e dall’indispensabile ingeniere di macchina Claudio Monti. Siamo lì, ci abbiamo provato. Tanti, durante le gare di quest’anno, sono venuti al nostro box per stringere le mani a Gianniberti, tanti ci hanno detto che gare così non ne vedevano da tempo. Le persone vogliono vedere i sorpassi alle corse, e Gianniberti ne ha snocciolati a sfinire. Il prossimo anno saremo di nuovo lì in pista, partecipare e basta non ci interessa.

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